Brunori Sas è Dario Brunori, dalla provincia di Cosenza.
Classe ’77, imprenditore mancato in una ditta che produce cemento (la Brunori Sas, manco a farlo apposta), è cantautore e “neo-urlatore” italiano.
Definito da La Repubblica "uno dei migliori cantastorie della sua generazione", intraprende la carriera artistica militando dapprima, nel 2003, nel collettivo virtuale Minuta e, dal 2005 al 2006, nella toscana dream-pop band Blume, con cui pubblica l’album “In tedesco vuol dire fiore”.
Nel 2008, intenzionato a mettersi in proprio, si circonda di pochi amici, “dipendenti” fidati, e diventa il titolare della Brunori Sas, “azienda di suoni e parole a conduzione familiare”, con cui pubblica, nel 2008, l’album d’esordio “Vol.Uno” (Premio Ciampi nel 2009).
“Vol.1” è una delle migliori uscite made in Italy a memoria d’uomo.
Genuino e profumato come un dolce fatto in casa, retrò come un salotto anni Settanta, è un disco talvolta disadorno e secco, spesso cremoso e denso. Si compone di 9 pezzi schietti e sinceri, fatti di chitarre oneste, fiati lievi e tintinnii di percussioni, e di testi intrisi dell'immaginario adolescenziale dei trentenni di oggi.
Racconto squisitamente popolare, “Vol.Uno” è un ritorno alla vita di provincia dei primi anni Novanta; è un richiamo all’epoca di “Pertini e Bearzot”, del posto fisso e di calci a “palloni arancioni sgonfiati”; e magicamente riesce a creare piccoli spaccati di vita e sentimenti estremamente credibili e vividi, e a mitigare il malessere di certi giorni d’oggi riassaporando ricordi sbiaditi di un lungomare che fu.
Classe ’77, imprenditore mancato in una ditta che produce cemento (la Brunori Sas, manco a farlo apposta), è cantautore e “neo-urlatore” italiano.
Definito da La Repubblica "uno dei migliori cantastorie della sua generazione", intraprende la carriera artistica militando dapprima, nel 2003, nel collettivo virtuale Minuta e, dal 2005 al 2006, nella toscana dream-pop band Blume, con cui pubblica l’album “In tedesco vuol dire fiore”.
Nel 2008, intenzionato a mettersi in proprio, si circonda di pochi amici, “dipendenti” fidati, e diventa il titolare della Brunori Sas, “azienda di suoni e parole a conduzione familiare”, con cui pubblica, nel 2008, l’album d’esordio “Vol.Uno” (Premio Ciampi nel 2009).
“Vol.1” è una delle migliori uscite made in Italy a memoria d’uomo.
Genuino e profumato come un dolce fatto in casa, retrò come un salotto anni Settanta, è un disco talvolta disadorno e secco, spesso cremoso e denso. Si compone di 9 pezzi schietti e sinceri, fatti di chitarre oneste, fiati lievi e tintinnii di percussioni, e di testi intrisi dell'immaginario adolescenziale dei trentenni di oggi.
Racconto squisitamente popolare, “Vol.Uno” è un ritorno alla vita di provincia dei primi anni Novanta; è un richiamo all’epoca di “Pertini e Bearzot”, del posto fisso e di calci a “palloni arancioni sgonfiati”; e magicamente riesce a creare piccoli spaccati di vita e sentimenti estremamente credibili e vividi, e a mitigare il malessere di certi giorni d’oggi riassaporando ricordi sbiaditi di un lungomare che fu.
Alessandra
