mercoledì 3 novembre 2010

I PROTAGONISTI DI DOPPIO SENSO | FABIO TARGHINI

Fabio Targhini www.whenthingsareovertheground.it

Cominciamo con le presentazioni: come ti chiami e cosa fai?
Sono Fabio Targhini e lavoro part-time per un architetto a Rimini. Nel tempo libero mi piace lavorare con materiali come il legno, la plastica, la carta, la stoffa.. amo i mercatini dell’usato, le cose vecchie, che hanno molto tempo. Sono introverso, lunatico, esigente.

Usa un CD, Una Città e un Oggetto per descriverti.
Paolo Conte, Berlino, un estintore.

Perché hai scelto questa strada?
Mi piace lavorare con i bisogni delle persone, stare a contatto con loro e lavorare sulle cose che possono farle innamorare. Mi piace intercettare nuove esigenze per creare e migliorare le relazioni tra nuovi materiali e oggetti. Strutturare una mappatura di ciò di cui la nostra mente o le nostre mani hanno bisogno per stare meglio. E anche vivere esperienze che ci fanno conoscere altre persone.

Cosa vuoi comunicare con i tuoi lavori?
I miei lavori sono “poetici”, vorrei lavorare sul fascino o su ciò che può essere associato al concetto di fascino, creare esperienze sensoriali, legate alla percezione, al tatto. Riuscire a creare situazioni che possano aggregare altre persone. Fare in modo che possano crearsi esperienze attraverso gli oggetti e che questi possano essere funzionali ma anche caratterizzanti di un ambiente, creando un atteggiamento allo stesso tempo poetico e funzionale.

C’è un elemento che ti caratterizza in modo particolare?
Un’attenzione rivolta ai dettagli, combinata alla capacità di riuscire a sovrapporre più stili, più materiali o sensazioni.. sempre con un atteggiamento “garbato”, non eccessivo, non sfarzoso, non rococò, non “dorato”.

Che tipo di impatto ha, secondo te, la tua attività sul pubblico?
Secondo me ha un impatto a livello di curiosità. Fa un po’ il verso sia alla persona, che all’oggetto. Ad esempio per gli sgabelli nella scelta della lavorazione del ramo ho un rispetto della forma naturale che successivamente vado a rivestire con materiali “caldi” come la lana. A questo punto l’accostamento di materiali diversi parla da sé, suscitando, agli occhi di chi osserva un oggetto che si vuole identificare con una personalità. Nel rispetto per l’oggetto vado a lavorare sui suoi limiti. Capisco che diversi materiali accostati tra loro possono rimandare a qualcosa di diverso, ad esempio come per le gambe degli sgabelli ad una figura umana. Allora anche l’oggetto accoglie una sua personalità che “si veste”.

La difficoltà nel tuo lavoro è?
La mia difficoltà in questo lavoro è… farlo diventare un lavoro! Nella realtà di oggi capire cosa vuoi fare, come farlo, a chi venderlo, soprattutto quando lavori da solo, sono tutti elementi da tenere in considerazione, che hanno bisogno di una dose di energia enorme, a volte difficile da sostenere. Non lo dico rispetto al mio presente, ma a quello che sarà nel momento in cui potrà diventare una professione.

Il consiglio migliore che hai ricevuto?
Seguire il cuore e le occasioni che a volte scegli e a volte ti scelgono.

Il tuo percorso alternativo quale sarebbe?
Farei il musicista o l’attore teatrale perché penso che oggi si ha bisogno sempre di più di vivere le cose, di esperienze vere, forti, dove hai paura, piangi, urli, picchi, sbatti i tacchi.

Un pensiero che non ti ha fatto dormire la notte?
L’ansia e l’attesa di una cosa che deve succedere e che sta per accadere o che sai che c’è ma ancora non hai avuto modo di toccarla.

Vinci alla lotteria una cifra esorbitante: esprimi un desiderio.
Abbracciare la solitudine totale prima, per poi stare con le persone cui voglio bene. Per sempre.

Esprimi un desiderio.
Mi piace far esprimere agli altri i miei desideri.

Saluta nel modo che preferisci i lettori di questo blog.
Esprimete un desiderio.

FuturAles

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