lunedì 8 novembre 2010

I PROTAGONISTI DI DOPPIO SENSO | GUIDO GAROTTI

Guido Garotti www.guido-garotti.it

Cominciamo con le presentazioni: come ti chiami e cosa fai?
Mi chiamo Guido Garotti. La mia passione è disegnare gli oggetti con cui ci troviamo a vivere, questo è il “mantra” che mi ha portato fino a qui. Mi piace farlo riferendomi alla realtà ecologica e antropologica di chi usa gli oggetti. Mi piace che gli oggetti significhino qualcosa di personale per chi li compra. La mia tecnica è disegnare per una “durabilità” emozionale, per favorire una simbiosi psicologica, un rapporto prolungato nel tempo tra l’utente e l’oggetto. Sono emozionale, flessibile, testardo.

Usa un CD, Una Città e un Oggetto per descriverti.
De-Loused In The Comatorium dei The Mars Volta, Frittole, Bussola.

Perché hai scelto questa strada?
La passione è nata per una sorta di esclusione.. sin da piccolo mi piaceva modificare le cose che mi compravano per adattarle come piaceva a me, per renderle più su misura per me, in modo che potessero rappresentarmi e darmi qualcosa di più. Alla fine al liceo ho lasciato stare le materie scientifiche e ho provato a vedere se avevo qualcosa da dire.. tuttora continuo a personalizzare e modificare le mie cose!

Cosa vuoi comunicare con i tuoi lavori?
Ogni oggetto che ho fatto ha una poetica e una storia particolare. Vorrei che fosse l’utente a vedere nei miei oggetti quello che ci vuole vedere. Mi piace fornire una piattaforma per costruire semantiche e storie personali, più che comunicare una storia pre-confezionata. Ovviamente io ho le mie storie con gli oggetti… potrei raccontarle, ma preferisco di no. Mi piace iniziare una storia che sia l’utente a completare, ecco.. diciamo che vendo storie potenziali.

C’è un elemento che ti caratterizza in modo particolare?
Sono molto legato agli elementi naturali che con estrema spontaneità parlano di sé, di chi li usa, delle loro origini. Cerco di favorire gli elementi naturali anche per favorire i metodi artigianali cui sono molto legato. Mi sento vicino al manifesto del design mediterraneo e allo slow design.

Che tipo di impatto ha, secondo te, la tua attività sul pubblico?
Per me è molto difficile saperlo, molti creativi sono spesso dubbiosi su come il pubblico possa recepire certe cose, io mi auguro che riconoscano un certo valore nelle mie proposte e che le vedano come trampolini o piattaforme per la loro personalità.

La difficoltà nel tuo lavoro è?
Non sento una difficoltà “creativa”. È la ricerca dell’ottimizzazione di produzione e di vendita, ovvero tutto ciò che viene dopo la realizzazione del prototipo, che può essere difficile se il designer lavora da solo.

Il consiglio migliore che hai ricevuto?
Persistenza e determinazione pagano.

Il tuo percorso alternativo quale sarebbe?
Mi piacerebbe tantissimo produrre olio, mozzarella, prosciutto, vino…. quindi qualcosa legato al cibo e di produzione a livello locale.

Un pensiero che non ti ha fatto dormire la notte?
In generale quando dormo… dormo! Ma se per caso mi è venuta un’idea, qualcosa da fare che mi emoziona particolarmente…. allora non vedo l’ora che faccia mattina.

Vinci alla lotteria una cifra esorbitante: esprimi un desiderio.
Potrei investirli nella realizzazione di piccole serie dei miei oggetti, per alcuni tipi di produzioni un investimento iniziale è importante.. ma non escudo di produrre comunque olio vino e prosciutti!

Esprimi un desiderio.
Vorrei non perdermi il momento in cui improvvisamente ogni essere umano realizza che non c'è alcuna realtà ma solo percezione.

Saluta nel modo che preferisci i lettori di questo blog.
Buon autunno.

FuturAles

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